
OLTRECONFINE - Idee in cammino verso l'Alta Maremma
Le trasformazioni del comparto turistico
Questi ultimi sono stati anni di profonda trasformazione del turismo, dovuta a diversi ordini di fattori:
a) La globalizzazione.
La rivoluzione dei mezzi di trasporto, che ha accorciato in maniera vertiginosa le distanze e il fenomeno del “low cost”, da un lato; lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione, dei social network e dei siti di “sharing”, che hanno messo a diretta disposizione di ogni turista enormi masse d’informazioni sulle destinazioni turistiche, dall’altro, hanno reso il turista più informato, più esigente, e hanno fortemente “personalizzato” la domanda. Questi fenomeni sono a loro volta accelerati dalla crisi economica e dalla ricerca del “maggior risultato al minor costo”.
b) La “personalizzazione” della domanda
E’ all’origine della progressiva crisi delle destinazioni di massa classiche e del forte sviluppo di un turismo sempre più “emozionale” e “motivazionale”. L’adesione alle “proprie” motivazioni e la ricerca di emozioni (novità, tipicità, enogastronomia, naturalismo, cultura, benessere, sport) pesano sempre di più nella costruzione del proprio itinerario e nella scelta della destinazione e spiegano il crescente successo dei turismi “fuori rotta” secondo una tendenza sia ad evitare le mete più affollate che a ricercare e riscoprire itinerari storici o innovativi meno battuti, come giacimenti di più appaganti occasioni di viaggio e di leisure. Non si può più parlare di “turismo”, ma di “turismi”. Il centro del nostro interesse deve essere il turista e le sue nuove esigenze
Le trasformazioni della governance
a) L’abolizione delle APT, l’indebolimento progressivo del ruolo delle Province, la centralizzazione della promozione strategica su Toscana Promozione;
b) La riduzione sempre più marcata delle risorse disponibili a disposizione degli enti pubblici a tutti i livelli (Regione, Province, Comuni);
c) L’introduzione dell’ Imposta di Soggiorno;
Tutto questo, mentre comporta un periodo prolungato di incertezza e di confusione, chiama ad un nuovo protagonismo dei territori e li chiama a forme di aggregazione e di azione costruite su perimetri nuovi, rispetto alle delimitazioni e ai confini amministrativi, e, in qualche sorta, più “naturali” e più aderenti alla realtà storico – culturali – geografica.
L’Alta Maremma, un pezzo prezioso della Maremma Toscana
Il territorio compreso tra Castagneto Carducci e Scarlino – Gavorrano (con una possibile estensione ai comuni di Bibbona a nord, e Monterotondo M.mo ad est e Castiglione della Pescaia a Sud) rappresentano una realtà geografica, storica, sociale e culturale caratterizzata da profondi tratti unitari.
Non è un caso che le spinte ad un coordinamento gestionale e amministrativo che superi gli attuali confini provinciali va ben al di là dell’oggetto di queste riflessioni e tocchi molti aspetti della vita di quei territori (infrastrutture, trasporti, sanità, rifiuti, assetti istituzionali, ecc.). A maggior ragione la definizione e la valorizzazione di un sistema di offerta turistica “Alta Maremma”, integrato nelle forme opportune nei grandi brand di Maremma e di Toscana, appare allo stesso tempo fattibile e necessario.
Fattibile perché il territorio sembra comprendere in sé gran parte delle componenti del “turismo motivazionale/emozionale”:
- un sistema mare/spiaggia tra i più belli e conosciuti al livello regionale, nazionale e internazionale e capace di offrire, accanto agli stabilimenti balneari, grandi estensioni di spiaggia libera;
- un diadema di centri e borghi storici di grande bellezza;
- un offerta enogastronomica di straordinaria forza: due DOCG, tre DOC (quattro con il Terratico che interessa il Comune di Bibbona); una produzione olearia di assoluta eccellenza; un’offerta di ristorazione ricca di segmenti di qualità alta e medio-alta, distribuita in modo capillare e capace di valorizzare un’agricoltura di grande valore, che vede uno sviluppo straordinario di coltivazioni biologiche e biodinamiche;
- una rete di parchie aree protette, di grande attrattiva naturalistica, ma anche unificato su tematiche storico-culturali di grande impatto, come l’archeologia e l’archeologia-mineraria;
- un sistema di porti turistici capaci di un’offerta diportistica di rilievo, resa ancora più appetibile dalla posizione geografica di “porta dell’Arcipelago, del Tirreno e del Mediterraneo Occidentale”;
- una grande varietà dell’offerta ricettiva, che copre tutta la gamma della potenziale domanda, dai sistemi alberghieri di San Vincenzo e Follonica, ai grandi e meno grandi campeggi e villaggi, dalla presenza su tutto il perimetro di agriturismi e strutture di turismo rurale, agli appartamenti;
- offerta termale e wellness;
- una marcata potenzialità di attrazione del turismo sportivo (già sperimentata per il ciclismo e per eventi puntuali di grande risonanza, ma in gran parte da sviluppare per altre tipologie), che ha, nel clima e nella varietà degli ambienti naturali e delle condizioni orografiche, importanti atout da giocare.
- una serie di riconoscimenti che pochi territori possono vantare: 2 bandiere arancioni, 4 bandiere blu, 2 Quattro vele e 1 Cinque Vele di legambiente
- integrazione e vicinanza con il sistema – brand “Maremma Toscana”
Necessario per almeno due ragioni:
a) Non è immaginabile che ognuno di questi comuni o pezzi di territorio, da solo, in ragione delle risorse decrescenti e delle dimensioni, relativamente insignificanti nel quadro della globalizzazione non solo della domanda, ma anche dell’offerta turistiche, possa sperare di attirare l’interesse del turista o anche del tour operator di alto livello. Soprattutto in ragione dell’affacciarsi prepotente dei nuovi mercati turistici, identificabili con le grandi nazioni emergenti e protagoniste della nuova economia mondiale, ma culturalmente e geograficamente lontane, per le quali persino destinazioni di dimensioni regionali (ad eccezione di brand “universali” come Italia o Toscana) sono nozioni ancora molto vaghe.
b) Tutti gli studi in materia individuano ormai nei “brand territoriali” forti, in generale di dimensioni sovraprovinciali, portatori di valori aggiunti e di “plus” facilmente identificabili, i sistemi vincenti, almeno in relazione a target culturalmente e economicamente medio-alti( Es.: Chianti, Val d’Orcia, ecc.).
Dalle potenzialità al sistema
L’Alta Maremma, in ragione delle componenti d’offerta appena accennate, della forte connotazione, già radicata nell’immaginario internazionale, dei marchi, per così dire, gerarchicamente sovraordinati di “Maremma”, “Toscana” e “Italia”, può diventare una componente forte e riconoscibile di quei “brand”.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario:
- costruire il “prodotto turistico Alta Maremma”, procedendo ad una analisi degli elementi e delle potenzialità sopra indicate fino a valorizzarli pienamente come valore aggiunto (“perché devi scegliere noi”).
- collegare un marchio Alta Maremma al brand turistico Maremma Toscana già attivo e conosciuto, valorizzando le sinergie possibili, costruendo progetti comuni e arricchendolo di un pezzo di Maremma particolarmente ricco di potenzialità.
- valorizzare le competenze che nei nostri territori già lavorano alla promozione turistica, evitando in modo esplicito la costruzione di nuove sovrastrutture. Nelle prossime settimane il lavoro entrerà nel merito delle forme da dare alla gestione, con la precisa indicazione di non aumentare i costi, ma caso mai di razionalizzarli.